Jesse Owens e Luz Long: il valore dell’amicizia oltre la propaganda politica

Jesse Owens e Luz Long: il valore dell’amicizia oltre la propaganda politica

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ uscito negli USA il film “Race” su Jesse Owens, considerato il più grande atleta della storia, vincitore di 4 medaglie d’oro in 7 giorni all’Olimpiade di Berlino del 1936: 100 metri (3 agosto), salto in lungo (4 agosto), 200 metri (5 agosto) e staffetta 4×100 (9 agosto). Il film riporta i fatti di quell’Olimpiade scritti dallo stesso Owens nella sua autobiografia del 1970 rimasta per decenni inascoltata: la versione ufficiale voleva infatti che il poker del ragazzo prodigio dell’Alabama nella Germania nazista e razzista, avesse fatto imbestialire Adolf Hitler, che indispettito se ne sarebbe andato dallo stadio senza degnare il campione afroamericano di uno sguardo.

Falso. La verità raccontata da Owens è esattamente all’inverso: “Dopo essere sceso dal podio, passai davanti alla tribuna d’onore per tornare negli spogliatoi. Il Cancelliere mi fissò. Si alzò e mi salutò con un cenno della mano. Io feci altrettanto, rispondendo al saluto. Giornalisti e scrittori dimostrarono cattivo gusto tramandando un’ostilità che, di fatto, non c’era mai stata”. Il giornalista tedesco Siegfried Mischner, testimone oculare alle Olimpiadi del 1936, ha raccontato qualche anno dopo di aver  visto con i suoi occhi Hitler stringere la mano a Owens dietro le quinte dell’Olympiastadion: “Owens aveva portato un fotografo e, dopo l’Olimpiade, chiese alla stampa di correggere un errore che si sarebbe trascinato fino ai giorni nostri. Nessuno gli diede retta”. A snobbarlo paradossalmente non fu Hitler, ma il Presidente americano Roosevelt che era impegnato nelle elezioni presidenziali del ‘36 e che, preoccupato della reazione che avrebbero avuto gli Stati del Sud, cancellò il ricevimento del pluridecorato campione nero alla Casa Bianca.

Ma la storia più bella da raccontare di quell’Olimpiade è quella dell’amicizia tra Owens e “Luz” Long, il campione tedesco di salto in lungo su cui erano riposte le speranze della Germania che giocava in casa. Owens aveva già fatto due salti nulli. Long allora lo aiutò a prendere le misure sulla pedana di casa che ben conosceva, facendogli iniziare la rincorsa circa trenta centimetri prima dell’inizio della pedana di rincorsa. Owens riuscì così a qualificarsi col terzo salto per la finale che poi avrebbe vinto proprio davanti a Long, medaglia d’argento. Fu la nascita di un’amicizia che sarebbe terminata solo durante la seconda guerra mondiale, quando Luz, arruolato nell’esercito tedesco, morì in Sicilia. Infatti, dopo quelle Olimpiadi, i due si scambiarono lettere per diversi anni e Owens, nel 1943, apprese con enorme tristezza la notizia dell’amico sincero caduto in guerra. Finita la guerra, a riprova dell’amicizia vera che li legava, Owens si recò più volte in Germania per incontrare e aiutare la moglie e il figlio di Luz.

Scrisse Owens: “Si potrebbero fondere tutte le medaglie e le coppe d’oro che ho e non servirebbero a placcare in oro a 24 carati l’amicizia per Luz Long”.